Molte parole legate agli incantesimi sembrerebbero derivare da parole di origine latina. Basti pensare che il verbo accio, accis, accivi, accitum, accire, che nei romanzi è usato come Incantesimo di Appello, significa appunto "prendere, afferrare". Altre parole sono invece di origine incerta, mentre altre ancora sono del tutto immaginarie.
Ogni incantesimo ha una determinata formula, che va pronunciata impugnando la bacchetta per poterlo eseguire; tuttavia i maghi sono in grado di utilizzare la magia anche senza pronunciare la formula, come nel caso dei bambini che, ancora ignari di essere maghi, riescono comunque a praticare piccole magie, anche se non le sanno controllare, o di maghi particolarmente versatili che sanno praticare incantesimi non verbali, ovvero li eseguono pronunciando solo nella loro mente la formula magica. Pronunciare una formula o pensarla è un metodo per focalizzare l'effetto desiderato; usando la Magia senza formule o senza bacchetta è più difficile ottenere ciò che si vuole fare. Esempi di magia senza formule si hanno quando Albus Silente spegne le candele o diminuisce l'intensità del fuoco con un gesto della mano, quando Remus Lupin riaccende le candele spente dall'uscita del Molliccio-Dissennatore, quando Harry Potter gonfia sua zia Marge, quando Lily fa sbocciare un fiore nella sua mano e quando il professor Raptor evoca delle funi semplicemente schioccando le dita per legare Harry.
Aguamenti | Alohomora |
Ascendo | Confundus |
Descendo | Expelliarmus |
Herbivicus | Incendio |
Lumos | Reparo |
Rivelio | Serpensortia |
Stupeficium |